Con l’entrata in vigore del nuovo Codice dei Contratti Pubblici (d.lgs. n. 36/2023), il panorama della progettazione e gestione degli appalti pubblici si trova ad affrontare una delle più importanti rivoluzioni tecniche e normative degli ultimi anni: l’obbligatorietà della digitalizzazione attraverso il Building Information Modeling (BIM). Tuttavia, il dibattito sulla soglia economica di applicazione di tale obbligo resta aperto e presenta non poche implicazioni pratiche e giuridiche.
Brevi cenni sul Building Information Modeling (BIM)
Il Building Information Modeling (BIM) è una metodologia integrata basata sull’uso di modelli informativi digitali che rappresentano un’opera edilizia o infrastrutturale attraverso un database tridimensionale, multifunzionale e interoperabile. Questo sistema consente la gestione simultanea di informazioni geometriche, spaziali, temporali, economiche e ambientali dell’opera lungo tutto il suo ciclo di vita.
L’obbligo di digitalizzazione e il BIM nel Codice dei Contratti Pubblici
Il d.lgs. 36/2023 prevede che, a partire dal 1° gennaio 2025, le stazioni appaltanti debbano obbligatoriamente adottare il BIM per la progettazione e realizzazione di opere pubbliche. Tale obbligo, inizialmente fissato per importi a base di gara superiori a 1 milione di euro, è stato recentemente oggetto di revisione tramite il Correttivo al Codice Appalti.
Secondo il testo del Correttivo, approvato dal Consiglio dei Ministri il 21 ottobre 2024 e ora in attesa di conferma parlamentare, la soglia è stata innalzata a 2 milioni di euro, determinati sulla base di una stima parametrica del valore dell’opera. Questa modifica tiene conto delle difficoltà operative e strutturali che le amministrazioni più piccole, spesso coinvolte in progetti di valore inferiore, incontrerebbero nell’adeguarsi a tempi e standard di digitalizzazione stringenti.
La procedura di approvazione del Correttivo: tempi stretti e incertezze
Il Correttivo al Codice Appalti, pur avendo ricevuto il via libera del Governo, deve ora completare il consueto iter legislativo. Entro il 7 dicembre 2024, le Commissioni di Camera e Senato dovranno esaminare il testo e proporre eventuali emendamenti. Qualora venissero apportate modifiche sostanziali, il provvedimento dovrà tornare al Consiglio dei Ministri, con un ulteriore allungamento dei tempi di approvazione.
Nel frattempo, la scadenza del 1° gennaio 2025 per l’introduzione dell’obbligo BIM resta fissata. In assenza di un’approvazione definitiva del Correttivo, le soglie più restrittive (a partire da 1 milione di euro) potrebbero diventare immediatamente operative, con il rischio di bloccare molte gare d’appalto comprese tra 1 e 2 milioni di euro.
Questa incertezza normativa potrebbe creare difficoltà per le stazioni appaltanti e gli operatori economici, specialmente laddove l’obbligo BIM si sovrapponga a progetti già avviati o in fase di progettazione.
Perché digitalizzare gli appalti pubblici?
L’adozione del BIM non è solo una risposta alle prescrizioni del Codice dei Contratti Pubblici, ma anche un elemento cardine della transizione digitale del settore delle costruzioni. Il metodo BIM consente di:
Tali vantaggi, seppur evidenti, richiedono uno sforzo iniziale di adattamento significativo, che giustifica l’esclusione temporanea delle amministrazioni meno strutturate, almeno per progetti di valore limitato.
Implicazioni giuridiche e supporto professionale
Dal punto di vista legale, la mancata conformità agli obblighi di digitalizzazione potrebbe generare:
Conclusioni e assistenza legale
Alla luce di questa complessa evoluzione normativa, è essenziale che le imprese, i professionisti e le stazioni appaltanti inizino fin da ora a prepararsi per la transizione al BIM, indipendentemente dalla soglia economica definitiva che sarà confermata.
Un professionista del settore legale specializzato in appalti pubblici, può fornire assistenza specifica per:
L’obbligo del BIM rappresenta un’opportunità per il settore delle costruzioni, ma richiede un approccio strategico e una preparazione accurata. Non lasciare che l’incertezza normativa ostacoli il tuo operato: insieme possiamo trasformare una sfida normativa in un vantaggio competitivo.
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