Negli ultimi anni, il settore degli appalti pubblici è stato al centro di una profonda trasformazione digitale, che ha trovato una spinta decisiva con l’introduzione del nuovo Codice dei Contratti Pubblici, d.lgs. 36/2023. Tra gli strumenti più innovativi vi è senza dubbio l’intelligenza artificiale (IA), che promette di rivoluzionare le modalità di gestione e controllo delle gare d’appalto. Questa tecnologia offre l’opportunità di migliorare l’efficienza, la trasparenza e la competitività dei processi, ma apre anche nuove sfide giuridiche ed etiche che richiedono un’attenta analisi.
L’IA come strumento di trasformazione: dalle potenzialità alle applicazioni concrete
L’intelligenza artificiale è considerata un mezzo straordinario per affrontare molte delle inefficienze e complessità che caratterizzano i tradizionali processi di procurement. Le sue applicazioni negli appalti pubblici sono numerose e coprono l’intero ciclo di vita del contratto.
Nella fase di programmazione e pianificazione, algoritmi di IA possono analizzare grandi quantità di dati storici e di mercato, permettendo alle amministrazioni di individuare con maggiore precisione i fabbisogni e di anticipare potenziali criticità. Questo consente una migliore allocazione delle risorse pubbliche e una maggiore coerenza tra gli obiettivi strategici e le scelte operative.
Durante la fase di gara, l’IA può essere utilizzata per automatizzare parte delle procedure di valutazione, soprattutto in presenza di criteri oggettivi e quantitativi. Ad esempio, sistemi basati sul machine learning possono analizzare le offerte ricevute, identificare eventuali anomalie o incongruenze nei documenti presentati e verificare la conformità ai requisiti richiesti, riducendo i margini di errore umano e accelerando i tempi di aggiudicazione.
Anche nella fase di esecuzione del contratto, l’IA può svolgere un ruolo determinante. Attraverso strumenti di monitoraggio avanzato, è possibile tenere sotto controllo l’andamento dei lavori o la fornitura dei servizi, identificando in tempo reale eventuali ritardi, deviazioni dai costi preventivati o inadempimenti contrattuali. Questa capacità di intervento tempestivo può migliorare significativamente la qualità dell’esecuzione e ridurre i rischi per la stazione appaltante.
Criticità
Accanto alle numerose potenzialità, l’adozione dell’IA negli appalti pubblici comporta anche implicazioni giuridiche di rilievo. Un primo tema riguarda la trasparenza, principio cardine del diritto amministrativo italiano ed europeo. L’utilizzo di algoritmi complessi, spesso percepiti come “scatole nere”, potrebbe entrare in conflitto con l’obbligo di motivazione e accessibilità delle decisioni pubbliche. È essenziale, pertanto, che gli strumenti di IA siano progettati in modo da garantire spiegazioni comprensibili delle decisioni automatizzate, così da consentire un controllo effettivo da parte delle parti interessate e dei giudici.
Un altro aspetto cruciale è la protezione dei dati personali, regolata dal GDPR. L’intelligenza artificiale, per funzionare in modo efficace, richiede l’elaborazione di grandi quantità di informazioni, alcune delle quali potrebbero essere sensibili. Questo impone alle amministrazioni di adottare misure rigorose per garantire che i dati siano utilizzati solo per le finalità previste, nel rispetto dei diritti degli interessati.
Sul piano della parità di trattamento, l’uso dell’IA deve assicurare che non si verifichino discriminazioni o trattamenti preferenziali ingiustificati tra gli operatori economici. Gli algoritmi, se non correttamente configurati, potrebbero introdurre bias non intenzionali, con il rischio di violare il principio di parità di trattamento. Questo rende necessario un monitoraggio costante dei sistemi utilizzati e una loro calibrazione continua.
Infine, vi è il problema della responsabilità. In caso di errore o decisione errata derivante dall’IA, occorre stabilire con chiarezza chi debba rispondere: la stazione appaltante che utilizza lo strumento, il fornitore che lo ha sviluppato o entrambi? La mancanza di una normativa specifica in materia potrebbe generare incertezze, specialmente in situazioni di contenzioso.
Prospettive e raccomandazioni
L’introduzione dell’IA negli appalti pubblici non è più una possibilità remota, ma una realtà che richiede un approccio responsabile e lungimirante. Per sfruttare appieno il potenziale di questa tecnologia, è necessario un quadro normativo chiaro che regoli il suo utilizzo, garantendo al contempo il rispetto dei principi fondamentali del diritto amministrativo.
Le amministrazioni devono inoltre investire nella formazione del personale, affinché sviluppi competenze adeguate per gestire strumenti innovativi e comprendere le implicazioni delle decisioni automatizzate. Parallelamente, sarà fondamentale promuovere la collaborazione tra il settore pubblico e quello privato, così da sviluppare soluzioni tecnologiche che rispondano alle esigenze operative e siano conformi ai requisiti legali.
Conclusioni
L’IA rappresenta una delle innovazioni più promettenti per migliorare l’efficienza e la trasparenza degli appalti pubblici. Tuttavia, la sua adozione deve essere accompagnata da una riflessione giuridica profonda e da misure concrete per garantire che questa rivoluzione tecnologica si integri armoniosamente con i principi di legalità, equità e trasparenza. Solo un approccio bilanciato e consapevole potrà trasformare l’intelligenza artificiale in uno strumento efficace al servizio della collettività, senza sacrificare i valori fondamentali del nostro ordinamento.
Lo Studio Legale Tristano supporta Amministrazioni Pubbliche e privati con competenza giuridica in ogni fase della procedura di gara e nell’esecuzione dei contratti pubblici.