L’evoluzione, nei rapporti con la Pubblica Amministrazione, verso la sempre più marcata “procedimentalizzazione” della scelta del contraente costringe i professionisti e le imprese che operano nel campo degli appalti a confrontarsi con un percorso irto di difficoltà, altamente burocratizzato, costoso e, molto spesso, di scarsa soddisfazione.
La, pur condivisibile, necessità di una selezione pubblica all’insegna della trasparenza e della scelta della migliore offerta ha infatti creato una serie di adempimenti, e l’obbligo del rispetto di tempistiche inderogabili, di non sempre facile e corretta applicazione.
L’evidenza pubblica poggia inoltre su un articolato sostrato normativo che disorienta gli operatori economici, privi degli strumenti e della formazione idonea ad interpretare il complesso di leggi che disciplina la procedura di gara ed il post affidamento, nelle varie declinazioni regolamentari e giurisprudenziali.
Basti pensare al tema della qualificazione attraverso la SOA e le certificazioni, alla prestazione della cauzione, alle cause di esclusione, al soccorso istruttorio, all’anomalia dell’offerta, alla valutazione del costo della manodopera, etc.
Un ulteriore punto critico è rappresentato dalla necessità di una pronta ed efficace reazione in caso di “patologie” durante il corso della procedura di selezione (ad es., richiesta di integrazioni documentali, esclusione, illegittima aggiudicazione, etc.). Anche in questo caso, l’impresa si trova a dover risolvere problemi per i quali non ha, al suo interno, le necessarie competenze, oltre a dover fare i conti con la limitatezza del tempo a sua disposizione.
La, ben nota, situazione sopra descritta porta molto spesso a rinunciare alla partecipazione ad un appalto o ad accettarne gli esiti per mancanza di conoscenza dei rimedi utilizzabili o per timore di porsi in contrasto con l’Amministrazione.
Tuttavia, la complessità del settore e la necessità economica di ampliare il novero degli appalti affidati attraverso la partecipazione a gare nel maggior numero possibile, sta rivoluzionando l’approccio e la metodologia di lavoro negli affidamenti pubblici e, sempre più frequentemente, il ricorso all’affiancamento legale, addirittura sin dalla fase di valutazione e interpretazione preventiva del bando, sta diventando la principale richiesta ad uno studio legale specializzato in appalti, in analogia ad altre forme di consulenza (es. consulenza contabile, fiscale), ormai ritenute indispensabili e consustanziali a qualsiasi attività svolta.
Risulta inoltre provato che gli oneri economici derivanti dalla consulenza e dalla eventuale assistenza in contenzioso (es. esclusione e riammissione in gara, impugnazione dell’aggiudicazione e ottenimento dell’appalto) vengono ampiamente ristorati, già dopo i primi sei mesi di collaborazione, dai benefici ottenuti in termini di tempo e di ottimizzazione delle spese, oltre alla possibilità, non trascurabile, di ottenere (o mantenere) affidamenti altrimenti “persi”.
In un quadro come quello sopra descritto, un avvocato amministrativista deve essere in grado di confrontarsi con il cliente, instaurare con lui un rapporto di fiducia e competenza, affiancandolo in tutte le fasi della partecipazione ad un appalto, con l’obiettivo comune del massimo risultato rispetto alle risorse impiegate.
E’ quindi fondamentale affidarsi a professionisti seri e specializzati, che possano fornire un “vantaggio competitivo” tale da giustificare gli investimenti effettuati.
Lo Studio Legale Tristano si avvale di un team di legali esperti della materia, formati ed orientati al razionale impiego del budget economico dell’impresa e all’ottimizzazione dei tempi, in funzione della massimizzazione dei risultati concretamente raggiunti.