La vita delle piccole e medie imprese che operano nel settore sanitario è spesso legata alle gare d’appalto e ai relativi contratti stipulati con enti pubblici e privati. Capita sempre più spesso che la partecipazione a tali gare sia però inficiata da vizi formali e da errori commessi dall’azienda stessa nelle varie fasi di svolgimento della selezione.
In alcuni casi è possibile intervenire, sia durante, sia post gara, affidandosi ad un legale, per proporre ad esempio ricorso al Tar. Molte volte, invece, basterebbe essere affiancati da uno studio legale competente in materia di gare d’appalti, per ridurre al minimo gli intoppi e procedere spediti verso la stipula del contratto.
Molte aziende lamentano che spesso le clausole dei bandi sono eccessivamente restrittive e non consentono la partecipazione a singole o ad intere categorie di imprese, che di fatto avrebbero interesse a presentare un’offerta . Ad esempio, tra i requisiti che più mettono in difficoltà le aziende, vi è la richiesta di fatturazione elevata o specifiche esperienze pregresse. Tutti paletti che bloccano opportunità lavorative e, in maniera illegittima, operano un “filtro”, più di forma che di sostanza, a detrimento della concorrenza e dell’interesse pubblico alla selezione del miglior offerente.
Superato lo scoglio dell’ammissione al bando, molto spesso capita che la valutazione dell’offerta e l’attribuzione dei punteggi da parte della Commissione sia errato. Errori che possono interessare non solo la valutazione della propria offerta e il proprio punteggio, ma anche quello attribuito agli altri partecipanti e che di fatto inficiano la graduatoria finale. Anche in questo caso, per far valere le irregolarità della procedura, con modifica dei punteggi e della graduatoria, bisogna rivolgersi a un legale, entro i termini prescritti dalla legge.
In altri casi, un’errata compilazione della domanda di partecipazione o un’errata produzione della documentazione richiesta può compromettere la partecipazione dell’azienda stessa alla gara d’appalto.
Capita infatti che alcune aziende vengano escluse dalla partecipazione per irregolarità documentali che, in realtà, potrebbero essere superate semplicemente fornendo le integrazioni necessarie. Ed è in casi come questo che la consulenza di un legale specializzato risulta essenziale per “raddrizzare” una gara compromessa e permettere un regolare svolgimento della selezione.
Si tratta comunque di errori che potrebbero essere evitati sul nascere. L’affiancamento legale serve proprio a questo, a guidare l’impresa nella partecipazione alla gara d’appalto, dalla presentazione della domanda alla stipula del contratto.
Affidare la propria azienda a uno studio legale specializzato significa aumentare esponenzialmente l’efficacia stessa dell’impresa, garantendone crescita e sviluppo.
L’affiancamento legale garantisce dunque regolarità nello svolgimento della gara, supporto e assistenza in ogni sua fase, garanzia del rispetto delle procedure e dei tempi, oltre a una tutela rapida ed efficace, a costi nettamente contenuti, rispetto alla singola azione legale.